grafia
Grammatica
Nei primi secoli del volgare alcuni fonemi vennero scritti in modo diverso, a seconda dell’intenzione arcaizzante e della regione di provenienza di chi scriveva. A partire dal ‘500, con il diffondersi della stampa, vengono definite man mano delle norme grafiche. Alcuni esempi di variazioni. Il nesso –tio, -tia presente in parole di origine latina ebbe diverse realizzazioni per es.: vitio/vicio/vizio, gratia/grazia. Oscillazioni anche nel caso di x: exemplo/essemplo/esempio. L’acca poteva comparire per indicare il suono velare (chosa) e in quanto h etimologica (homo, allhora, have). Solo nel ‘500 si propose di distinguere tra v e u, precedentemente, come in latino, esisteva solo la grafia v. Tipiche di testi dell’area settentrionale le grafie di c per z sorda /ts/(anci=anzi) e x per s sonora /z/ (caxo=caso, xe=è). Inoltre vengono introdotti più e nuovi segni di interpunzione. Per la prima volta nell’edizione del Canzoniere di Petrarca, curata da Pietro Bembo per l’editore Aldo Manuzio (edizione aldina), compaiono l’apostrofo e il punto e virgola. j.