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Giambattista Marino, L’Adone. Canto III, 154-170

Canto III, 154-170

154

* La bella dea, che 'nsanguinò la rosa,

benché trafitta il sen di colpo acerbo,

contro il figliuol non si mostrò sdegnosa

per non farlo più crudo e più superbo;

ma premendo nel cor la piaga ascosa,

si morse il dito e disse: - Io tela serbo.

Per questa volta con l'altrui cordoglio

tanta mia gioia intorbidar non voglio. -

155

Poi le luci girando al vicin colle,

dov'era il cespo , che 'l bel piè trafisse,

fermossi alquanto a rimirarlo e volle

il suo fior salutar pria che partisse;

e vedutolo ancor stillante e molle

quivi porporeggiar, così gli disse:

- Salviti il ciel da tutti oltraggi e danni,

fatal cagion de' miei felici affanni.

156

Rosa riso d'amor, del ciel fattura,

rosa del sangue mio fatta vermiglia,

pregio del mondo e fregio di natura,

dela terra e del sol vergine figlia,

d'ogni ninfa e pastor delizia e cura,

onor dell'odorifera famiglia,

tu tien d'ogni beltà le palme prime,

* sovra il vulgo de' fior donna sublime.

157

Quasi in bel trono imperadrice altera

siedi colà su la nativa sponda.

Turba d'aure vezzosa e lusinghiera

ti corteggia dintorno e ti seconda

e di guardie pungenti armata schiera

ti difende per tutto e ti circonda.

E tu fastosa del tuo regio vanto

porti d'or la corona e d'ostro il manto.

158

Porpora de' giardin, pompa de' prati,

gemma di primavera, occhio d'aprile,

di te le Grazie e gli Amoretti alati

fan ghirlanda ala chioma, al sen monile.

* Tu qualor torna agli alimenti usati

ape leggiadra o zefiro gentile,

dai lor da bere in tazza di rubini

rugiadosi licori e cristallini.

159

* Non superbisca ambizioso il sole

di trionfar fra le minori stelle,

ch'ancor tu fra i ligustri e le viole

scopri le pompe tue superbe e belle.

Tu sei con tue bellezze uniche e sole

splendor di queste piagge, egli di quelle,

egli nel cerchio suo, tu nel tuo stelo,

tu sole in terra, ed egli rosa in cielo.

160

* E ben saran tra voi conformi voglie,

di te fia 'l sole e tu del sole amante.

Ei de l'insegne tue, dele tue spoglie

l'Aurora vestirà nel suo levante.

Tu spiegherai ne'crini e nele foglie

la sua livrea dorata e fiammeggiante;

e per ritrarlo ed imitarlo a pieno

porterai sempre un picciol sole in seno.

161

E perch'a me d'un tal servigio ancora

qualche grata mercè render s'aspetta,

tu sarai sol tra quanti fiori ha Flora

la favorita mia, la mia diletta.

* E qual donna più bella il mondo onora

io vo' che tanto sol bella sia detta,

quant'ornerà del tuo color vivace

e le gote e le labra . - E qui si tace .

162

II palagio d'Amor ricco e pomposo

da quel bosco lontan non era guari,

ma di ciò che tenea nel grembo ascoso

degni giamai non fece occhi vulgari.

* Non molto andar, che di fin or squamoso

vider lampi vibrar fulgidi e chiari

il tetto, onde facea mirabilmente

l'edificio sublime ombra lucente.

163

Quella casa magnifica, che raro

a l'altrui vista i suoi secreti aperse,

al novo comparir d'oste sì caro

quanto di bello avea tutto gli offerse;

e non sol di quel loco illustre e chiaro

la gloria incomparabile scoverse,

ma l'attuffò nel pelago profondo

di quante ha gioie e meraviglie il mondo.

164

Nela torre primiera a destra mano

entrando il bell'Adon le piante mosse

e si trovò dentro un cortile estrano,

il più ricco, il più bel, che giamai fosse.

Quadro è il cortile e spazioso e piano

ed ha di pietre il suol candide e rosse.

Par che 'l pavese un tavolier somigli

scacheggiato a quartier bianchi e vermigli.

165

* Torreggiante nel mezzo ampia e sublime

sorge lumaca, onde si scende e poggia.

Quattr'archi, ch'escon fuor dele sue cime,

fanno una croce, ch'ai balcon s'appoggia,

a cui congiunte son le stanze prime,

onde scorrer si può di loggia in loggia,

ch'una scala abbraccia e signoreggia

per quattro corridoi tutta la reggia.

166

Ne' quattro quarti intorno, onde il cortile

dala croce diviso si comparte,

havvi intagliate da scarpel fabrile

quattro illustri fontane, una per parte,

di lavor sì stupendo e sì sottile,

che ben si scorge che divina è l'arte.

Due d'alabastro e d'agata scolpite,

una di corniola, una d'ofite.

167

Nettuno è in una, in atto effigiato

di ferir col tridente un scoglio alpino

e ne fa scaturir per ogni lato

fiume d'acqua lucente e cristallino.

Sta sovra un nicchio da delfin tirato,

vomita ancor cristallo ogni delfino.

Quattro tritoni intorno in mille rivi

versan per le lor trombe argenti vivi.

168

Nell'altra entr' una pila incisi e scolti,

* ch'a colonnetta picciola fa tetto,

stan tergo a tergo l'un l'altro rivolti

Piramo e Tisbe con la spada al petto;

e spruzzan fuor molti ruscelli e molti

per la piaga mortal di vino schietto,

onde viene a cader per doppia canna

dentro il vaso maggior purpurea manna.

169

Tien l'altra fonte in una conca tonda

seno a seno congiunto e bocca a bocca

Ermafrodito in su la fresca sponda,

che la bella Salmace abbraccia e tocca

ed a questa ed a quello in guisa d'onda

dale membra e da' crini ambrosia fiocca

e su i lor capi una grand'urna piena

piove nettare puro in larga vena.

170

La quarta esprime Amor, che sovra un sasso

quasi dormendo si riposa in pace.

Le Grazie sotto lui stan più da basso,

come per custodir l’arco e la face.

Sparge balsamo fuor per lo turcasso

l’orbo fanciul, che sonnacchioso giace;

e l'amorose sue vaghe donzelle

stillan l'istesso umor per le mammelle.

1 *
Cupido ha attirato Adone a Cipro, dove abita la madre Venere. Nel terzo Canto Venere incontra Adone e, colpita da una freccia di Cupido, se ne innamora. L’ ottava 154 descrive come Venere, punta da una rosa, ne canta l’elogio (ottave 156-161). Nelle ottave 162- 170 viene descritto il palazzo di Venere con le quattro fontane.

2 bella dea
Venere.

3 nsanguinò
Insanguinò. Forma aferetica. Venere, ferita, bagna la rosa del suo sangue, aferesi.

4 trafitta
Trafitta il sen è un accusativo di relazione: benchè con il seno trafitto.

5 il sen
Al seno. Forma apocopata.

6 di
Da.

7 acerbo
Violento.

8 figliuol
Cupido.

9 crudo
Crudele, cattivo.

10 cor
Cuore, monottongazione.

11 ascosa
Nascosta. Ascoso è un allotropo d’uso non esclusivamente poetico.

12 tela
Te la. Forma sintetica della preposizione articolata

13 serbo
Te la conservo. Qui nel senso di: non me la scorderò, te la farò pagare.

14 voglio
Non vuole turbare la propria gioia (ha scoperto infatti di essersi innamorata di Adone), posposizione del verbo.

15 luci
Occhi. L’uso metaforico di luci nel senso di occhi era diffusissimo nella lingua letteraria, metafora.

16 cespo
Cespo, cerspuglio di rose.

17 'Marino, Canto III
Il, articoli determinativi.

18 piè
Piede. Forma con apocope sillabica.

19 fermossi
Ci fermò, enclisi pronominale.

20 rimirarlo
Riguardarlo. Mirare è un allotropo assai diffuso nella lingua letteraria

21 volle
Volle ... salutar, enjambement.

22 pria
Prima, pria.

23 stillante
Gocciolante.

24 molle
Molle perchè intriso del sangue di Venere.

25 quivi
Lì, ivi/quivi.

26 porporeggiar
Essere purpureo.

27 Salviti
Ti salvi, enclisi pronominale.

28 cagion
Ragione, cagione.

29 de'
Dei, preposizioni articolate.

30 riso
La rosa è equiparata a un riso, o sorriso, d’amore con un effetto di paronomasia.

31 fattura
Prodotto. Del ciel fattura è un’anastrofe. Riso d’amor, del ciel fattura è un chiasmo.

32 rosa
Rosa ...rosa, anafora.

33 pregio
Pregio … fregio, paronomasia.

34 odorifera famiglia
Fiori, perifrasi.

35 beltà
Bellezza. Fortunato allotropo letterario attivo fino al ‘900, forma apocopata dei poetismi beltade e beltate, allotropi, apocope.

36 palme
Il primato. Le palme sono simbolo di premio.

37 *
Comincia qui la raffigurazione della rosa come regina che dà luogo a una metafora ramificata.

38 sovra
Sopra, sorde/sonore.

39 vulgo
Volgo, popolo. Vulgo è un latinismo presente sia in prosa (fino al ‘400) che in poesia, dove è dominante fino al ‘700, latinismi.

40 donna
Signora. Donna sublime è già quindi, per antonomasia, la regina, antonomasia.

41 imperadrice
Imperatrice, alternanza sorde/sonore.

42 aure
Venticelli, aura.

43 di guardie pungenti armata schiera
Armata schiera di guardie pungenti: le spine, metafora, anastrofe.

44 fastosa
Superba.

45 regio vanto
Dignità regale.

46 porti d'or la corona
Porti d’or la corona e d’ostro: allitterazione.

47 ostro
Colore rosso vermiglio.

48 Porpora
Notare le alliterrazioni(che riprendono in parte quelle dell'ottava precedente) : porpora…pompa …prati …primavera …aprile, allitterazione.

49 occhio
Splendore: l’occhio è la parte più luminosa del volto, metafora.

50 ala
Alla, preposizioni articolate.

51 *
Parafrasi: tu, quando l’ape leggiadra o il gentile venticello tornano ai loro alimenti abituali (cioè al polline), dai loro da bere liquidi rugiadosi e trasparenti come il cristallo (gocce di rugiada) nel calice della tua corolla rossa (come i rubini).

52 qualor
Quando, tutte le volte che.

53 usati
Soliti, abituali.

54 leggiadra
Graziosa, epiteto.

55 zefiro
Vento leggero.

56 tazza
Corolla, metafora.

57 licori
Liquidi, liquore. Rugiadosi e cristallini liquori è una perifrasi.

58 cristallini
Epifrasi.

59 *
Parafrasi: non insuperbisca il sole ambizioso di trionfare fra le stelle minori, perché anche tu fra le viole e i ligustri metti in mostra lo sfarzo della tua bellezza. Tu con le tue particolari bellezze sei la fonte di splendore di questi campi, il sole dei suoi, egli nel suo cerchio, tu sul tuo stelo, tu sole in terra ed egli rosa in cielo.

60 ancor
Anche. Nell’italiano antico ancora ha spesso il significato di anche.

61 ligustri
Il ligustro è un arbusto dai fiori bianchi.

62 pompe
Lo sfarzo, il lusso, plurale/singolare.

63 sole
Riprende l’omografo che conclude il primo verso, epifora. Uniche e sole è inoltre una dittologia.

64 piagge
Campagne, luoghi campestri. Il termine piaggia oggi è arcaico.

65 *
Parafrasi: e ci sarà fra voi una reciproca attrazione, il sole sarà il tuo amante e tu lo sarai del sole. Egli vestirà l’aurora, sorgendo, delle tue fattezze (dei tuoi colori). Tu spiegherai nella tua corolla e fra le tue foglie il suo manto dorato e fiammeggiante; e tu per imitarlo e ritrarlo pienamente porterai sempre un piccolo sole nel tuo centro.

66 fia
Sarà, essere

67 amante
Di te il sole sarà amante e tu lo sarai del sole. Il costrutto è ellittico, ellissi.

68 Ei
Egli, esso, pronomi personali.

69 insegne
Contrassegni, caratteri.

70 spoglie
Della tua veste. Spoglie poteva significare anche foglie.

71 Aurora
Personificazione.

72 crini
Capelli, chioma. Qui significa corolla.

73 picciol
Piccolo. E’ un allotropo tipicamente letterario, allotropi.

74 ancora
Anche.

75 mercè
Ricompensa. Mercè è una forma sincopata di mercede, sincope.

76 s'aspetta
A me … spetta rendere qualche grata mercede.

77 Flora
Dea della primavera.

78 *
* Parafrasi: E se mai una donna viene onorata come la più bella mondo, io voglio che sia detta tanto bella solo quando le sue gote e le sue labbra saranno ornate del tuo colore vivace.

79 vo'
Voglio. Forma apocopata, apocope.

80 labra
Labbra, doppie e scempie.

81 si tace
Tace. Forma pronominale del verbo, pronomi riflessivi.

82 palagio
Palazzo.

83 guari
Molto. E’ un francesismo oggi obsoleto che nell’italiano letterario antico veniva usato soprattutto in frasi negative. Qui si lega a lontan, gallicismi/provenzalismi.

84 tenea
Teneva, impefetto indicativo.

85 grembo
Nel suo interno, metafora.

86 giamai
Giammai, doppie e scempie.

87 *
Parafrasi: non camminarono molto che videro il tetto, fatto di scaglie di oro fino, lanciare (vibrare di) lampi splendenti e chiari, per cui l’edificio sublime proiettava in modo stupefacente un’ombra luminosa.

88 andar
Andarono, passato remoto.

89 onde
Per cui, onde/donde.

90 raro
Raramente.

91 secreti
Segreti, alternanza sorde/sonore.

92 aperse
Aprì. Aperse è un forma tuttora possibile, anche se rara, di passato remoto, così come in posizione di rima due versi più in basso offerse per offrì.

93 novo
Nuovo, monottongazione.

94 oste
Ospite. Oggi non si usa più con questo significato. L’ospite qui è Adone.

95 chiaro
Nobile, dittologia.

96 scoverse
Scoprì. I composti di covrire, allotropo di coprire, sono in uso in poesia fino all’800. Alternanza sorde/sonore.

97 attuffò
Tuffò, immerse. Variante arcaica di tuffare.

98 pelago
Mare. Qui usato in senso figurato.

99 primiera
Prima, numerali.

100 a destra mano
A destra.

101 estrano
Estraneo. Allotropo letterario attivo almeno fino al ‘700, allotropi.

102 e spazioso e piano
Polisindeto.

103 candide
Bianche.

104 pavese
Scudo.

105 somigli
Somigliare è usato transitivamente.

106 scacheggiato
Scaccheggiato, a scacchi.

107 quartier
Il quartiere è una delle quattro parti in cui può essere diviso lo scudo gentilizio.

108 *
* Parafrasi: torreggiante nel mezzo del cortile sorge una scala a chiocciola, attraverso la quale si scende e si sale. Quattro archi che fuoriescono dalla parte finale della scala formano una croce che si appoggia ai balconi a cui sono collegate le prime stanze, cosicché si può passare da una loggia all’altra e una sola scala circonda e domina tutta la reggia tramite i quattro corridoi.

109 lumaca
Scala a chiocciola

110 poggia
Sale. Oggi poggiare non ha più questo significato.

111 sue
Della scala.

112 scorrer
Passare.

113
Così,

114 signoreggia
Domina.

115 onde
In cui, onde/donde.

116 comparte
Suddivide.

117 havvi
Vi sono, enclisi pronominale, avere.

118 scarpel
Scalpello. La variante scarpello è piuttosto regionale

119 fabrile
Fabbrile. Di ogni tipo di artigiano. La variante scempia è più vicina al latino, doppie/scempiegrafia.

120 sottile
Accurato, raffinato.

121 corniola
Pietra dura di colore rossastro

122 ofite
Pietra serpentina.

123 in atto effigiato
Effigiato in atto, anastrofe.

124 un
Uno. Oscilla ancora l’uso dell’articolo davanti alla s impura, articolo.

125 fiume
Fiumi, plurale/singolare.

126 nicchio
Conchiglia.

127 ancor
Anche.

128 cristallo
Acqua. Cristallo per acqua è una metafora molto usuale, metafora.

129 rivi
Ruscelli. In questo senso rivo è oggi marcatamente letterario

130 argenti vivi
Argento vivo è detto il mercurio. Qui è di nuovo metafora dell’acqua che scorre, metafora.

131 entr'
Dentro, avverbi di luogo.

132 pila
Vasca.

133 scolti
Scolpiti. Scolto o sculto sono forme tipicamente letterarie del participio passato.

134 *
* Parafrasi: che fa da tetto a una piccola colonna.

135 tergo
Spalla, schiena. Tutto il verso significa: stanno schiena contro schiena.

136 Piramo e Tisbe
Piramo e Tisbe sono due giovani babilonesi che, secondo il mito narrato da Ovidio nelle Metamorfosi, si amavano contro il volere delle loro famiglie.

137 e molti
Molti e molti ruscelli, epifrasi.

138 per
Attraverso.

139 di vino schietto
Molti e molti ruscelli ….di vino schietto, iperbato.

140 canna
Tubo.

141 manna
Cibo o bevanda divina, come la biblica manna.

142 in su
Su, in su.

143 Salmace
Nome della ninfa che, innamorata di Ermafrodito , pregò gli dei perché i loro corpi rimanessero sempre uniti, formandone uno solo. Dalla loro unione risultò l'ibrido chiamato Androgine, cioè uomo-donna.

144 guisa
Modo, maniera. In guisa di: come.

145 crini
Capelli.

146 piove
Fa cadere, diffonde. L’uso transitivo di piovere è solo letterario.

147 in larga vena
Con un largo, ampio flusso.

148 face
Fiaccola, latinismi.

149 balsamo
Bevanda profumata, divina, come nelle ottave precedenti ambrosia e manna.

150 per lo
Dal, per.

151 turcasso
Faretra.

152 orbo
Cieco.

153 vaghe
Leggiadre, vago.

154 donzelle
Fanciulle. Provenzalismo acquisito nella lingua letteraria, gallicismi/provenzalismi.

155 istesso
Stesso, prostesi.

156 umor
Liquido.

157 per le
Dalle.