Ludovico Ariosto, L’Orlando Furioso
CANTO PRIMO
1
Le donne, i cavallier, l' arme, gli amori,
le cortesie, l'audaci imprese io canto,
che furo al tempo che passaro i Mori
d'Africa il mare, e in Francia nocquer tanto,
seguendo l'ire e i giovenil furori
d'Agramante lor re, che si diè vanto
di vendicar la morte di Troiano
sopra re Carlo imperator romano.
2
Dirò d'Orlando in un medesmo tratto
cosa non detta in prosa mai né in rima:
*che per amor venne in furore e matto,
d'uom che sì saggio era stimato prima;
*se da colei che tal quasi m'ha fatto,
che 'l poco ingegno ad or ad or mi lima,
me ne sarà però tanto concesso,
che mi basti a finir quanto ho promesso.
3
*Piacciavi, generosa Erculea prole,
ornamento e splendor del secol nostro,
Ippolito, aggradir questo che vuole
e darvi sol può l'umil servo vostro.
*Quel ch'io vi debbo, posso di parole
pagare in parte e d'opera d'inchiostro;
né che poco io vi dia da imputar sono,
che quanto io posso dar, tutto vi dono.
4
Voi sentirete fra i più degni eroi,
che nominar con laude m'apparecchio,
ricordar quel Ruggier, che fu di voi
e de' vostri avi illustri il ceppo vecchio.
*L'alto valore e' chiari gesti suoi
vi farò udir, se voi mi date orecchio,
e vostri alti pensieri cedino un poco,
sì che tra lor miei versi abbiano loco.
5
Orlando, che gran tempo innamorato
fu de la bella Angelica, e per lei
in India, in Media, in Tartaria lasciato
avea infiniti et immortal trofei,
in Ponente con essa era tornato,
dove sotto i gran monti Pirenei
con la gente di Francia e de Lamagna
re Carlo era attendato alla campagna,
6
per far al re Marsilio e al re Agramante
battersi ancor del folle ardir la guancia,
d'aver condotto, l'un, d'Africa quante
genti erano atte a portar spada e lancia;
l'altro, d'aver spinta la Spagna inante
a destruzion del bel regno di Francia.
E così Orlando arrivò quivi a punto:
ma tosto si pentì d'esservi giunto:
7
Che vi fu tolta la sua donna poi:
ecco il giudicio uman come spesso erra!
Quella che dagli esperi ai liti eoi
avea difesa con sì lunga guerra,
or tolta gli è fra tanti amici suoi,
senza spada adoprar, ne la sua terra.
Il savio imperator, ch'estinguer volse
un grave incendio, fu che gli la tolse.
8
*Nata pochi dì inanzi era una gara
tra il conte Orlando e il suo cugin Rinaldo,
che entrambi avean per la bellezza rara
d'amoroso disio l'animo caldo.
Carlo, che non avea tal lite cara,
che gli rendea l'aiuto lor men saldo,
questa donzella, che la causa n'era,
tolse, e diè in mano al duca di Bavera;
9
in premio promettendola a quel d'essi,
ch'in quel conflitto, in quella gran giornata,
degl' infideli più copia uccidessi,
e di sua man prestasse opra più grata.
Contrari ai voti poi furo i successi;
ch'in fuga andò la gente battezzata,
e con molti altri fu 'l duca prigione,
e restò abbandonato il padiglione.
10
Dove, poi che rimase la donzella
ch'esser dovea del vincitor mercede,
inanzi al caso era salita in sella,
e quando bisognò le spalle diede,
presaga che quel giorno esser rubella
dovea Fortuna alla cristiana fede:
entrò in un bosco, e ne la stretta via
rincontrò un cavallier ch'a piè venìa.
11
*Indosso la corazza, l'elmo in testa,
la spada al fianco, e in braccio avea lo scudo;
e più leggier correa per la foresta,
ch' al pallio rosso il villan mezzo ignudo.
Timida pastorella mai sì presta
non volse piede inanzi a serpe crudo,
come Angelica tosto il freno torse,
che del guerrier, ch'a piè venìa, s'accorse.
12
Era costui quel paladin gagliardo,
figliuol d'Amon, signor di Montalbano,
a cui pur dianzi il suo destrier Baiardo
per strano caso uscito era di mano.
Come alla donna egli drizzò lo sguardo,
riconobbe, quantunque di lontano,
l'angelico sembiante e quel bel volto
ch' all'amorose reti il tenea involto.
13
La donna il palafreno a dietro volta,
e per la selva a tutta briglia il caccia;
*né per la rara più che per la folta,
la più sicura e miglior via procaccia:
ma pallida, tremando, e di sé tolta,
lascia cura al destrier che la via faccia.
Di sù di giù, ne l'alta selva fiera
tanto girò, che venne a una riviera.
14
di sudor pieno e tutto polveroso.
Da la battaglia dianzi lo rimosse
un gran disio di bere e di riposo;
e poi, mal grado suo, quivi fermosse,
perché, de l'acqua ingordo e frettoloso,
l'elmo nel fiume si lasciò cadere,
né l'avea potuto anco riavere.
15
*Quanto potea più forte, ne veniva
gridando la donzella ispaventata.
A quella voce salta in su la riva
il Saracino, e nel viso la guata;
e la conosce subito ch'arriva,
ben che di timor pallida e turbata,
e sien più dì che non n'udì novella,
che senza dubbio ell'è Angelica bella.
16
E perché era cortese, e n'avea forse
non men de' dui cugini il petto
caldo, l'aiuto che potea tutto le porse,
pur come avesse l'elmo, ardito e baldo:
trasse la spada, e minacciando corse
dove poco di lui temea Rinaldo.
Più volte s'eran già non pur veduti,
m'al paragon de l'arme conosciuti.
17
Cominciar quivi una crudel battaglia,
come a piè si trovar, coi brandi ignudi:
*non che le piastre e la minuta maglia,
ma ai colpi lor non reggerian gl'incudi.
Or, mentre l'un con l'altro si travaglia,
bisogna al palafren che 'l passo studi;
che quanto può menar de le calcagna,
colei lo caccia al bosco e alla campagna.
18
*Poi che s'affaticar gran pezzo invano
i dui guerrier per por l'un l'altro sotto,
quando non meno era con l'arme in mano
questo di quel, né quel di questo dotto;
fu primiero il signor di Montalbano,
ch'al cavallier di Spagna fece motto,
sì come quel ch'ha nel cuor tanto fuoco,
che tutto n'arde e non ritrova loco.
19
Disse al pagan: - Me sol creduto avrai,
e pur avrai te meco ancora offeso:
se questo avvien perché i fulgenti rai
del nuovo sol t' abbino il petto acceso,
di farmi qui tardar che guadagno hai?
che quando ancor tu m'abbi morto o preso,
non però tua la bella donna fia;
che, mentre noi tardiam, se ne va via.
20
*Quanto fia meglio, amandola tu ancora,
che tu le venga a traversar la strada,
a ritenerla e farle far dimora,
prima che più lontana se ne vada!
Come l'avremo in potestate, allora
di chi esser de' si provi con la spada:
non so altrimenti, dopo un lungo affanno,
che possa riuscirci altro che danno. -
21
Al pagan la proposta non dispiacque:
così fu differita la tenzone;
*e tal tregua tra lor subito nacque,
sì l'odio e l'ira va in oblivïone,
che 'l pagano al partir da le fresche acque
non lasciò a piedi il buon figliuol d'Amone:
con preghi invita, ed al fin toglie in groppa,
e per l'orme d'Angelica galoppa.
22
Oh gran bontà de' cavallieri antiqui!
Eran rivali, eran di fé diversi,
e si sentian degli aspri colpi iniqui
per tutta la persona anco dolersi;
e pur per selve oscure e calli obliqui
insieme van senza sospetto aversi.
Da quattro sproni il destrier punto arriva
ove una strada in due si dipartiva.
23
E come quei che non sapean se l' una
o l'altra via facesse la donzella
(però che senza differenza alcuna
apparia in amendue l'orma novella),
si messero ad arbitrio di fortuna,
Rinaldo a questa, il Saracino a quella.
Pel bosco Ferraù molto s'avvolse,
e ritrovossi al fine onde si tolse.
24
Pur si ritrova ancor su la rivera,
là dove l'elmo gli cascò ne l'onde.
Poi che la donna ritrovar non spera,
per aver l'elmo che 'l fiume gli asconde,
in quella parte onde caduto gli era
discende ne l'estreme umide sponde:
ma quello era sì fitto ne la sabbia,
che molto avrà da far prima che l'abbia.
25
Con un gran ramo d'albero rimondo,
di ch' avea fatto una pertica lunga,
tenta il fiume e ricerca sino al fondo,
né loco lascia ove non batta e punga.
Mentre con la maggior stizza del mondo
tanto l'indugio suo quivi prolunga,
vede di mezzo il fiume un cavalliero
insino al petto uscir, d'aspetto fiero.
26
Era, fuor che la testa, tutto armato,
ed avea un elmo ne la destra mano:
avea il medesimo elmo che cercato
da Ferraù fu lungamente invano.
A Ferraù parlò come adirato,
e disse: - Ah mancator di fè, marano!
perché di lasciar l'elmo anche t'aggrevi,
che render già gran tempo mi dovevi?
27
Ricordati, pagan, quando uccidesti
d'Angelica il fratel (che son quell'io),
dietro all'altr'arme tu mi promettesti
gittar fra pochi dì l'elmo nel rio.
Or se Fortuna (quel che non volesti
far tu) pone ad effetto il voler mio,
non ti turbare; e se turbar ti déi,
turbati che di fé mancato sei.
28
Ma se desir pur hai d'un elmo fino,
trovane un altro, ed abbil con più onore;
un tal ne porta Orlando paladino,
un tal Rinaldo, e forse anco migliore:
l'un fu d' Almonte, e l'altro di Mambrino:
acquista un di quei dui col tuo valore;
e questo, ch' hai già di lasciarmi detto,
farai bene a lasciarmi con effetto. -
29
All'apparir che fece all'improvviso
de l'acqua l'ombra, ogni pelo arricciossi,
e scolorossi al Saracino il viso;
la voce, ch'era per uscir, fermossi.
Udendo poi da l'Argalia, ch'ucciso
quivi avea già (che l'Argalia nomossi)
la rotta fede così improverarse,
di scorno e d'ira dentro e di fuor arse.
30
Né tempo avendo a pensar altra scusa,
e conoscendo ben che 'l ver gli disse,
restò senza risposta a bocca chiusa;
ma la vergogna il cor sì gli trafisse,
che giurò per la vita di Lanfusa
non voler mai ch'altro elmo lo coprisse,
se non quel buono che già in Aspramonte
trasse dal capo Orlando al fiero Almonte.
31
E servò meglio questo giuramento,
che non avea quell'altro fatto prima.
Quindi si parte tanto malcontento,
che molti giorni poi si rode e lima.
Sol di cercare è il paladino intento
di qua di là, dove trovarlo stima.
Altra ventura al buon Rinaldo accade,
che da costui tenea diverse strade.
32
Non molto va Rinaldo, che si vede
saltare inanzi il suo destrier feroce:
- Ferma, Baiardo mio, deh, ferma il piede!
che l'esser senza te troppo mi nuoce. -
Per questo il destrier sordo, a lui non riede
anzi più se ne va sempre veloce.
Segue Rinaldo, e d'ira si distrugge:
ma seguitiamo Angelica che fugge.
1 donne
Le donne si lega semanticamente a gli amori, i cavallier a l’arme, chiasmo.
2 cavallier
Cavalieri, con apocope vocalica, doppie e scempie.
4 io canto
Soggetto e verbo principale della frase.
5 furo
Furono, passato remoto con la sesta persona in –ro.
6 passaro
Passarono, passato remoto.
7 Mori
In origine riferito agli abitanti della Mauritania, il termine indica genericamente le popolazioni musulmane dell'Africa settentrionale.
8 d'Africa il mare
Il mare d’Africa. La prima delle tante inversioni nell’ordine comune degli elementi della frase, anastrofe.
9 giovenil
Giovanili.
10 diè
Diede. Forma del verbo dare con apocope sillabica.
11 medesmo
Medesimo. Forma sincopata. In un medesmo tratto = allo stesso tempo, sincope.
12 *
Che per amore dall’uomo tanto saggio che era divenne pazzo e furioso.
14 *
Il se va collegato al dirò iniziale. Dirò ... se (a patto che) da colei che mi ha reso quasi ugualemente pazzo, e di ora in ora mi consuma quel poco ingegno che ho, me ne sarà concesso abbastanza per finire quanto ho promesso. Ariosto si riferisce qui alla donna amata.
15 'l
Il, articolo con aferesi.
16 *
Dedica a Ippolito d’Este con captatio benevolentiae.
17 Piacciavi
Vi piaccia, enclisi pronominale.
18 Erculea prole
Figlio di Ercole I d’Este, antonomasia.
19 ornamento e splendor
Sono apposizioni di Ippolito.
20 aggradir
Gradire. Va legato al piacciavi, iperbato. Oggi in uso solo nella terza persona: se mi aggrada = se ne ho voglia
21 darvi
Darvi…debbo ... dia….dar…dono, poliptoto.
22 *
Quel che io vi debbo posso pagare in parte con opera di parole e di inchiostro, nè mi si può accusare di darvi poco, perché vi dono tutto ciò che posso.
23 posso di parole
Posso pagare in parte d’opera di parole.
24 e d'opera d'inchiostro
Epifrasi.
25 laude
Lode, dittongo au.
26 m'apparecchio
Mi preparo.
27 Ruggier
Ruggiero è ritenuto da Ariosto il capostipite (ceppo vecchio) della stirpe estense.
28 de'
Dei, preposizioni articolate.
29 ceppo vecchio
Capostipite, metafora.
30 *
Parafrasi: Vi farò udire l’alto valore e le sue nobili gesta se mi ascolterete e se i vostri alti pensieri cederanno un poco, così che tra loro possano trovar posto i miei versi.
32 gesti
Gesta, azioni.
33 sì che
Sicché. Nesso consecutivo.
35 innamorato
Fu innamorato. Inversione con enjambement.
36 de la
Della. Oscillano nel testo le forme analitiche e sintetiche delle preposizioni articolate.
37 Angelica
Per il personaggio di Angelica si apra la finestra sull’opera.
38 Media
Regione della Persia.
39 Tartaria
Indica una regione che coincide approssimativamente con la Siberia.
40 avea
Aveva, imperfetto indicativo.
41 et
Ed. Oscilla a lungo con ed. Scompare nel ‘700.
42 Ponente
Occidente.
43 Lamagna
Germania.
44 battersi
Battersi la guancia in segno di pentimento.
48 destruzion
Distruzione.
50 a punto
Al momento giusto.
52 ecco
Considerazione generale che conclude la sequenza narrativa, epifonema.
53 giudicio
Giudizio. Oscilla ancora l’uso di c e z davanti a vocale nel passaggio dalla grafia latina <iudiciu(m) a quella volgare, grafia.
54 esperi
Occidentali. A Occidente spunta la stella Espero. Si tratta di una perifrasi.
55 liti
Lidi. Più vicino al latino <litu(m).
56 eoi
Orientali. A Oriente sorge l’aurora, in greco eos, perifrasi.
59 incendio
Estinguere un grave incendio significa qui metaforicamente evitare un grave scontro o dissidio (fra i due cugini entrambi innamorati di Angelica), metafora.
60 gli la
Gliela, pronomi personali.
61 *
Parafrasi: pochi giorni prima era nata una lite tra Orlando e Rinaldo entrambi accesi di passione per Angelica. Il re Carlo, a cui non piaceva questa lite che gli rendeva il loro aiuto meno sicuro, tolse questa ragazza, che ne era la causa, (a Orlando) e la diede al duca di Baviera promettendola in premio a quello di loro due che in quella grande battaglia avesse ucciso il maggior numero di infedeli e avesse offerto la migliore prestazione nelle armi.
62 dì
Giorni.
63 inanzi
Innanzi, avanti, innanzi.
64 avean
Avevano, imperfetto indicativo.
65 bellezza rara
Angelica, antonomasia
67 donzella
Fanciulla, gallicismi/provenzalismi.
68 duca di Bavera
Il duca di Baviera, consigliere di Carlo Magno
69 giornata
Battaglia, gallicismi/provenzalismi.
70 infideli
Infedeli, alternanza vocalica in protonia.
71 copia
Abbondanza, grande quantità.
72 uccidessi
Uccidesse. La forma prestasse al verso seguente mostra chiaramente come l’oscillazione tra due forme risponda a un’esigenza di rima, imperfetto congiuntivo
74 voti
Intenzioni.
75 'l
Il, articolo determinativo.
76 prigione
Prigioniero.
77 padiglione
La tenda del Duca.
78 poi
Dopo.
79 mercede
Ricompensa. E’ d’uso letterario.
80 spalle diede
Fuggì, perifrasi ricalcata su modello latino.
81 rubella
Ribelle, ostile. Poetismo in uso fino all’800.
83 piè
Piedi, apocope sillabica.
84 *
Parafrasi: con indosso la corazza, in testa l’elmo, al fianco la spada e lo scudo al braccio [il cavaliere] correva per la foresta più leggero del contadino mezzo nudo che corre per conquistare il pallio (drappo) rosso. Mai una timida pastorella fu tanto rapida a ritrarre il piede davanti a un serpente pericoloso, quanto fu rapida Angelica a tirare le briglie al cavallo non appena si accorse del cavaliere che arrivava a piedi.
85 Indosso
La descrizione è affidata a due chiasmi.
86 leggier
Leggero, alternanza ie/e
87 ch'
Si lega al precedente più: più ... che.
88 pallio
Drappo rosso che si dava in premio ai vincitori delle corse. (Palio di Ferrara)
89 villan
Contadino, abitante della “villa”, ovvero in campagna. Oggi questo significato è arcaico.
90 ignudo
Nudo.
91 presta
Veloce.
92 crudo
Crudele.
94 il freno
Le briglie.
95 che
Non appena che. Si lega al precedente tosto: tosto ... che, che.
96 paladin
Rinaldo, uno dei dodici Paladini di Carlo Magno.
97 pur
Proprio. Rafforzativo.
98 dianzi
Poco prima.
99 destrier
Cavallo.
100 angelico
ASngelico perché di Angelica e perché simile a un angelo, metafora.
101 sembiante
Aspetto, sembiante.
102 amorose reti
Metafora.
103 il
lo, pronomi personali.
104 involto
Avvolto.
105 palafreno
Cavallo da parata.
106 a
In.
107 caccia
Spinge, sprona.
108 *
Parafrasi: né si cura di cercare un percorso sicuro attraverso la foresta, né là dove questa è rada né là dove è folta, ma, pallida, tremando e fuori di senno, lascia che il cavallo faccia la strada che vuole.
109 rara
Riferito a selva.
110 folta
Riferito a selva.
111 procaccia
Si procura.
112 di sé tolta
Fuori di sé.
113 fiera
Inospitale, latinismi.
114 riviera
Fiume, gallicismi/provenzalismi.
115 riviera
Riprende il verso precedente, anadiplosi, coblas capfinidas.
116 Ferraù
Cavaliere saraceno spagnolo, nipote del re Marsilio
117 trovosse
Si trovò, enclisi pronominale.
120 fermosse
Si fermò, enclisi pronominale.
121 anco
Anche, allotropo d’uso sia in poesia che in prosa fino a tutto l’800.
122 *
Ordinare: Gridando quanto più forte potea, ne veniva la donzella ispaventata. Anastrofe.
123 veniva
Forme di imperfetto con la labiovelare /v/ si alternano a quelle precedenti caratterizzate dalla sua caduta (avea, dovea).
124 ispaventata
Spaventata, prostesi.
125 salta
Da questo punto alla fine dell’ottava i verbi sono al presente, con un effetto di immediatezza e rapidità.
127 guata
Guarda. Guatare ha il significato di guardare con attenzione.
128 ben che
Benché.
129 sien
Siano, presente congiuntivo.
130 dì
Giorni.
131 novella
Notizia.
132 de'
Dei, preposizioni articolate.
134 cugini
Orlando e Rinaldo.
135 petto
Nel senso di sede degli affetti, cuore, metafora.
136 pur
Rafforza il come: proprio come se.
138 non pur
Non solo.
139 m'al
Ma al.
140 paragon
Prova.
141 brandi
Spade. Poetismo diffusissimo anche nell’800.
142 ignudi
Nudi, sguainati. Ignudo è un allotropo tipicamente poetico. Allotropi.
143 *
Parafrasi: ai loro colpi non avrebbero potuto reggere non soltanto le armature, quanto nemmeno delle incudini. Iperbole.
144 le piastre e la minuta maglia
Le lamine di metallo dell’armatura e la maglia sottile di ferro che si portava sotto.
145 reggerian
Reggerebbero, condizionale presente
147 bisogna
Ordina.
148 studi
Affretti. Studiare il passo nel significato di accelerare, affrettare il passo.
149 menar
Assestare colpi violenti con i calcagni.
150 al
Nel bosco e nella campagna, a.
151 *
Parafrasi: dopo che i due guerrieri si erano affaticati per un bel po’ di tempo l’uno per sottomettere l’altro, poiché né l’uno né l’altro era superiore nelle armi, per primo il signor di Montalbano (Rinaldo) rivolse la parola al cavaliere spagnolo (Ferraù), così come uno che abbia nel cuore tanto fuoco e ne arda tutto senza riuscire a trovare pace.
152 Poi che
Dopo che.
154 quando
Poiché.
155 dotto
Esperto.
157 sì come
Così come. Introduce un’analogia.
158 loco
Luogo, qui: pace.
159 avrai
Sottinteso: di offendere, cioè di danneggiare.
160 meco
Con me, pronomi comitativi.
161 questo
Questo duello.
162 rai
Raggi, qui occhi. Rai è usato spessissimo come metafora di occhi, rai.
163 nuovo sol
Angelica è definita un nuovo sole, metafora.
164 abbino
Abbiano, presente congiuntivo.
165 morto
Ucciso. Morire usato transitivamente nel senso di uccidere è d’uso letterario.
167 *
Parafrasi: molto meglio sarà se tu, se l’ami ancora, le sbarrerrai la strada e la costringerai a fermarsi prima che si allontani ancora di più. Non appena l’avremo in nostro potere allora decideremo con la spada di chi dovrà essere: in caso diverso non so cosa potrebbe venircene, dopo tanta fatica, se non danno.
168 dimora
Sosta. Dimora nell’italiano antico e letterario ha innanzitutto questo significato.
169
Allotropi.
170 Come
Appena.
171 potestate
Potere, latinismi, allotropi.
173 tenzone
Contesa, gallicismi/provenzalismi.
174 *
Parafrasi: e fra loro nacque subito una tregua, così che l’odio e l’ira furono dimenticati.
175 oblivïone
Oblio, latinismi, dieresi.
176 preghi
Preghiere. Prego è allotropo letterario di preghiera, allotropi.
177 toglie
lo prende.
178 antiqui
Antichi. Antiquo è allotropo letterario di antico, allotropi, latinismi.
179 fé
Fede, apocope sillabica.
180 calli
Strade. Calle è usato anche nel senso di cammino, latinismi.
181 obliqui
Contorti e pericolosi, latinismi.
182 aversi
Avere, pronomi riflessivi.
183 punto
Subito.
184 una
Enjambement
186 amendue
Ambedue.
187 novella
Recente.
188 messero
Misero, passato remoto.
189 Pel
Per il, preposizioni articolate.
190 s'avvolse
Si aggirò.
191 ritrovossi
Si ritrovò. L’enclisi pronominale è liberamente usata secondo le necessità di rima o di metrica.
192 onde
Da cui, onde/donde
193 si tolse
Nel senso di: era partito.
194 rivera
Fiume. Alla ottava 13: riviera, alternanza ie/e.
195 Poi che
Poiché.
196 asconde
Nascondere, celare alla vista, latinismi.
197 albero
Pioppo. Nell’italiano medievale albero era, dal latino medievale, pioppo o pioppo bianco, dal latino <albus.
198 rimondo
Rimondato, ripulito.
199 ch'
Che, pronomi relativi.
200 vede
Vede ... uscir.
201 insino
Fino.
202 fè
Fede, apocope sillabica.
203 marano
Omarrano: traditore. Parola di origine spagnola.
204 t'aggrevi
Ti crucci.
206 pone ad effetto
Realizza.
207 turbare
Turbare … turbar … turbati, poliptoto.
209 fé
Fede, apocope sillabica.
210 mancato
Di fé mancato inquadra il segmento testuale iniziato con mancator di fé all’ottava 26, epanadiplosi.
212 abbil
Abbilo (imperativo).
213 anco
Anche.
214 Almonte
Ucciso da Orlando in Aspromonte.
215 Mambrino
Vinto da Rinaldo.
216 hai
Hai ... detto, iperbato.
217 l'ombra
Lo spettro. Qui è soggetto.
218 arricciossi
Si arricciò, enclisi pronominale come nei seguenti scolorossi, fermossi e nomossi.
219 scolorossi
Enclisi pronominale.
220 fede
Promessa.
221 improverarse
Questo infinito dipende da udendo.
222 Lanfusa
Madre di Ferraù.
223 Orlando
Soggetto della proposizione relativa.
224 servò
Osservò.
229 seguitiamo
Seguiamo (imperativo) Angelica, da seguitare. Il narratore coinvolge il pubblico e lo invita a seguirlo nella seconda parte del canto.