Springe direkt zu Inhalt

Vittorio Alfieri, Mirra

* ATTO QUINTO

SCENA PRIMA

CINIRO.

* Oh sventurato, oh misero Peréo!

Troppo verace amante!... Ah! s'io più ratto

al giunger era, il crudo acciaro forse

tu non vibravi entro al tuo petto. – Oh cielo!

che dirà l'orbo padre? ei lo attendeva

sposo, e felice; ed or di propria mano

estinto, esangue corpo, innanzi agli occhi

ei recar sel vedrà. – Ma, sono io padre

men di lui forse addolorato? è vita

quella, a cui resta, infra sue furie atroci,

la disperata Mirra? è vita quella,

a cui l'orrido suo stato noi lascia?

– Ma, udirla voglio: e già di ferreo usbergo

armato ho il core. Ella ben merta (e il vede)

il mio sdegno; ed in prova, al venir lenta

mostrasi: eppur, dal terzo messo ella ode

già il paterno comando. – Orribil certo,

e rilevante arcano havvi nascoso

in questi suoi travagli. O il vero udirne

dal di lei labro io voglio, o mai non voglio,

mai più, vederla al mio cospetto innante ...

Ma, (oh ciel!) se forza di destino, ed ira

di offesi Numi a un lagrimar perenne

la condanna innocente, aggiunger deggio

l'ira d'un padre a sue tante sventure?

E abbandonata, e disperata, a lunga

morte lasciarla?... Ah! mi si spezza il core...

Pure, il mio immenso affetto, in parte almeno,

ora è mestier, ch'io per la prova estrema,

le asconda. In suon di sdegno ella finora

mai non mi udia parlarle: il cor  saldo,

no, donzella non ha, che incontro basti

al non usato minacciar del padre.

– Eccola al fine. – Oimè! come si avanza

tardi passi, e sforzati! Par, ch'ella

al mio cospetto a morire sen venga. 

SCENA SECONDA

CINIRO, MIRRA.

CINIRO

– Mirra, che nulla tu il mio onor curassi,

creduto io mai, no, non l'avrei; convinto

me n'hai (pur troppo!) in questo  fatale

a tutti noi: ma, che ai comandi espressi,

e replicati del tuo padre, or tarda

all'obbedir tu sii, più nuovo ancora

questo a me giunge –.

MIRRA

... Del mio viver sei

signor, tu solo ... Io de' miei gravi, ... e tanti

falli ... la pena... a te chiedeva, ... io stessa,...

or dianzi, ... qui ... – Presente era la madre –;

deh! perché allor... non mi uccidevi?...

CINIRO

È tempo,

tempo ormai, sì, di cangiar modi, o Mirra.

Disperate parole indarno muovi;

disperati, e in un tremanti, sguardi

al suolo affissi indarno. Assai ben chiara

in mezzo al dolor tuo traluce l'onta;

rea ti senti tu stessa. Il tuo più grave

fallo, è il tacer col padre tuo: lo sdegno

quindi appien tu ne merti; e che in me cessi

l'immenso amor, che all'unica mia figlia

io già portai. – Ma che? tu piangi? e tremi?

inorridisci? ... e taci? – A te fia dunque

l'ira del padre insopportabil pena?

MIRRA

Ah!... peggior... d'ogni morte...

CINIRO

Odimi. – * Al mondo

favola hai fatto i genitori tuoi,

quanto te stessa, coll'infausto fine

che alle da te volute nozze hai posto.

Già l'oltraggio tuo crudo i giorni ha tronchi

del misero Peréo...

MIRRA

Che ascolto? Oh cielo!

CINIRO

Peréo, sì, muore; e tu lo uccidi. Uscito

del nostro aspetto appena, alle sue stanze

solo, e sepolto in un muto dolore,

ei si ritrae: null'uomo osa seguirlo.

Io, (lasso me!) tardo pur troppo io giungo...

Dal proprio acciaro trafitto, ei giacea

entro un mare di sangue: a me gli sguardi

pregni di pianto e di morte inalzava; ...

e, fra i singulti estremi, dal suo labro

usciva ancor di Mirra il nome. – Ingrata ...

MIRRA

Deh! più non dirmi ... Io sola, io degna sono,

di morte... E ancor respiro?...

CINIRO

Il duolo orrendo

dell'infelice padre di Peréo,

io che son padre ed infelice, io solo

sentir lo posso: io 'l so, quanto esser debba

lo sdegno in lui, l'odio, il desio di farne

aspra su noi giusta vendetta. – Io quindi,

non dal terror dell'armi sue, ma mosso

dalla pietà del giovinetto estinto,

voglio, qual de' padre ingannato e offeso,

da te sapere (e ad ogni costo io 'l voglio)

la cagion vera di sì orribil danno. –

Mirra, invan me l'ascondi: ah! ti tradisce

ogni tuo menom’ atto. – Il parlar rotto;

lo impallidire, e l'arrossire; il muto

sospirar grave; il consumarsi a lento

fuoco il tuo corpo; e il sogguardar tremante;

e il confonderti incerta; e il vergognarti,

che mai da te non si scompagna: ... ah! tutto,

sì tutto in te mel dice, e invan tu il nieghi; ...

son figlie in te le furie tue ... d'amore.

MIRRA

Io?... d'amor?... Deh! nol credere... T'inganni.

CINIRO

Più il nieghi tu, più ne son io convinto.

E certo in un son io (pur troppo!) omai,

ch'esser non puote altro che oscura fiamma,

quella cui tanto ascondi.

MIRRA

Oimè!... che pensi?...

Non vuoi col brando uccidermi; ... e coi detti ...

mi uccidi intanto...

CINIRO

E dirmi pur non l'osi,

che amor non senti? E dirmelo, e giurarlo

anco ardiresti, io ti terria spergiura

– Ma, chi mai degno è del tuo cor, se averlo

non potea pur l'incomparabil, vero, caldo amator, Peréo? – Ma, il turbamento

cotanto è in te;... tale il tremor; sì fera

la vergogna; e in terribile vicenda,

ti si scolpiscon sì forte sul volto;

che indarno il labro negheria ...

MIRRA

Vuoi dunque ...

farmi ... al tuo aspetto ... morir... di vergogna?...

E tu sei padre?

CINIRO

E avvelenar tu i giorni,

troncarli vuoi, di un genitor che t'ama

più che se stesso, con l'inutil, crudo,

ostinato silenzio? – Ancor son padre – :

scaccia il timor; qual ch'ella sia tua fiamma,

(pur ch'io potessi vederti felice!)

capace io son d'ogni inaudito sforzo

per te, se la mi sveli. Ho visto, e veggo

tuttor, (misera figlia!) il generoso

contrasto orribil, che ti strazia il core

infra l'amore, e il dover tuo. Già troppo

festi, immolando al tuo dover te stessa:

ma, più di te possente, Amor nol volle.

La passìon puossi escusare; ha forza

più assai di noi; ma il non svelarla al padre,

che tel comanda, e ten scongiura, indegna

d'ogni scusa ti rende.

MIRRA

– O Morte, Morte,

cui tanto invoco, al mio dolor tu sorda

sempre sarai? – ...

CINIRO

Deh! figlia, acqueta alquanto,

l'animo acqueta: se non vuoi sdegnato

contra te più vedermi, io già nol sono

più quasi omai; purché tu a me favelli.

Parlami deh! come a fratello. Anch'io

conobbi amor per prova: il nome.

MIRRA

Oh cielo!...

Amo, sì; poiché a dirtelo mi sforzi;

io disperatamente amo, ed indarno.

Ma, qual ne sia l'oggetto, né tu mai,

né persona il saprà: lo ignora ei stesso...

ed a me quasi io 'l niego.

CINIRO

Ed io saperlo

deggio, e voglio. Né a te stessa cruda

esser tu puoi, che a un tempo assai nol sii

più ai genitori che ti adoran sola .

Deh! parla; deh! – * Già, di crucciato padre,

vedi ch'io torno e supplice e piangente:

morir non puoi, senza pur trarci in tomba. –

Qual ch'ei sia colui ch'ami, io 'l vo' far tuo.

Stolto orgoglio di re strappar non puote

il vero amor di padre dal mio petto.

Il tuo amor, la tua destra, il regno mio,

cangiar ben ponno ogni persona umíle

in alta e grande: e, ancor che umíl, son certo,

che indegno al tutto esser non può l'uom ch'ami.

Te ne scongiuro, parla: io ti vo' salva,

ad ogni costo mio.

MIRRA

Salva?... Che pensi?...

Questo stesso tuo dir mia morte affretta...

Lascia, deh! lascia, per pietà, ch'io tosto

da te... per sempre... il piè ... ritragga ...

CINIRO

O figlia

unica amata; oh! che di' tu? Deh! vieni

fra le paterne braccia. – Oh cielo!

in atto di forsennata or mi respingi? Il padre

dunque abborrisci? e di sì vile fiamma

ardi, che temi...

MIRRA

Ah! non è vile;... è iniqua

la mia fiamma; né mai...

CINIRO

*Che parli? iniqua,

ove primiero il genitor tuo stesso

non la condanna, ella non fia: la svela.

MIRRA

Raccapricciar d'orror vedresti il padre,

se la sapesse ... Ciniro ...

CINIRO

Che ascolto!

MIRRA

Che dico?... ahi lassa! ... non so quel ch'io dica ...

Non provo amor ... Non creder, no... Deh! lascia,

te ne scongiuro per l'ultima volta,

lasciami il piè ritrarre.

CINIRO

Ingrata: omai

col disperarmi co' tuoi modi, e farti

del mio dolore gioco, omai per sempre

perduto hai tu l'amor del padre.

MIRRA

Oh dura,

fera orribil minaccia! ... Or, nel mio estremo

sospir, che già si appressa, ... alle tante altre

furie mie l'odio crudo aggiungerassi

del genitor?... Da te morire io lungi?...

Oh madre mia felice! ... almen concesso

a lei sarà ... di morire ... al tuo fianco ...

CINIRO

Che vuoi tu dirmi? ... Oh! qual terribil lampo,

da questi accenti!... Empia, tu forse?...

MIRRA

Oh cielo!

che dissi io mai?... Me misera! ... Ove sono?

Ove mi ascondo?... Ove morir? – Ma il brando

tuo mi varrà ...

CINIRO

Figlia... Oh! che festi? il ferro ...

MIRRA

Ecco,... or ... tel rendo... Almen la destra io ratta

ebbi al par che la lingua.

CINIRO

... Io... di spavento,...

e d'orror pieno, e d'ira,... e di pietade,

immobil resto.

MIRRA

Oh Ciniro! ... Mi vedi...

presso al morire ... Io vendicarti ... seppi, ...

e punir me ... Tu stesso, a viva forza,

l'orrido arcano ... dal cor ... mi strappasti ...

ma, poiché sol colla mia vita ... egli esce ...

dal labro mio, ... men rea ... mi moro ...

CINIRO

Oh giorno!

Oh delitto!... Oh dolore! – A chi il mio pianto?...

MIRRA

Deh! più non pianger; ... ch'io nol merto ... Ah! sfuggi

mia vista infame; ... e a Cecri... ognor ... nascondi...

CINIRO

Padre infelice! ... E ad ingojarmi il suolo

non si spalanca?... Alla morente iniqua

donna appressarmi io non ardisco; ... eppure,

abbandonar la svenata mia figlia

non posso ...

SCENA TERZA

* CECRI, EURICLÉA, CINIRO, MIRRA.

CECRI

Al suon d'un mortal pianto...

CINIRO

Oh cielo! Non t'inoltrar ...

CECRI

Presso alla figlia ...

MIRRA

Oh voce!

EURICLÉA

Ahi vista! nel suo sangue a terra giace

Mirra?...

CECRI

La figlia?...

CINIRO

Arretrati ...

CECRI

Svenata! ... Come? da chi?... Vederla vo'...

CINIRO

Ti arretra ...

Inorridisci ... Vieni ... Ella ... trafitta,

di propria man, s'è col mio brando ...

CECRI

E lasci

così tua figlia?... Ah! la vogl'io...

CINIRO

Più figlia

non c'è costei. D'infame orrendo amore

ardeva ella per ... Ciniro...

CECRI

Che ascolto? –

Oh delitto!...

CINIRO

Deh! vieni: andiam, ten priego,

a morir d'onta e di dolore altrove.

CECRI

Empia ... – Oh mia figlia! ...

CINIRO

Ah! vieni ...

CECRI

Ahi sventurata! ...

Né più abbracciarla io mai?...

SCENA QUARTA

MIRRA, EURICLÉA.

MIRRA

Quand'io ... tel ... chiesi, ...

darmi ... allora, ... Euricléa, dovevi il ferro ...

io moriva ... innocente; ... empia ... ora ... muojo ...

1 *
E’ l’ultimo atto della tragedia. Ciniro, il padre di Mirra, ha appena scoperto la tragica fine di Pereo che si è tolto la vita dopo che Mirra ha abbandonato la cerimonia di nozze.

2 *
* Parafrasi: Oh, sventurato, misero Pereo! Amante troppo sincero! Ah, se fossi arrivato prima forse non avresti conficcato l’arma crudele nel tuo petto. Oh cielo! Che dirà suo padre, privato del figlio? Lo aspettava sposo e felice, ed ora se lo vedrà portare [davanti agli occhi] morto di sua propria mano, [ridotto a]un corpo esangue. Ma forse sono addolorato io meno di lui? E’ vita quella che resta a Mirra, fra le sue atroci furie? E’ vita quella in cui ci lascia il suo orrido stato? Ma voglio sentire [cosa ha da dire] e ho armato il mio cuore di una corazza (non voglio farmi intenerire in nessun caso metafora). Ella merita il mio sdegno (e lo vede); e ne è prova il modo lento in cui si avvicina. Eppure già tre volte le è giunto il comando paterno. Certo dietro questi suoi travagli è nascosto un orribile e rilevante mistero.

3 ratto
Rapido, allotropo letterario. Da notare anche la prima delle frequentissime spezzature del verso, enjambement.

4 giunger
Giungere, apocope.

5 era
Ero, imperfetto indicativo. E’ il primo esempio della costruzione, che ricorre in tutto il testo, con la posposizione del verbo.

6 crudo
Crudele.

7 acciaro
Acciaio, arma. Allotropo molto diffuso nel suo significato metonimico di arma. La fonetica è più vicina al latino <aciariu(m), metonimia, allotropi.

8 entro
Dentro, nel.

9 orbo
Privato del figlio. Orbo nell’italiano antico e letterario ha, secondo l’etimologia latina, il significato di privo, per lo più di una persona cara. Oggi, in alcuni italiani regionali, il significato è ristretto a privo della vista, cieco.

10 ei
Egli, pronomi personali

11 estinto
Estinto, esangue, allitterazione.

12 sel
Se lo. Forma sintetica e apocopata, pronomi personali.

13 infra
Tra, latinismi, avverbi di luogo.

14 sue
Le sue. L’aggettivo possessivo non è sempre preceduto dall’articolo, possessivi.

15 furie
Ire incontrollate.

16 è vita quella
Ripete l’identico segmento testuale di due versi più sopra: anafora.

17 usbergo
Armatura, corazza, gallicismi/provenzalismi, metafora.

18 core
Cuore, monottongazione.

19 merta
Merita. La forma sincopata mertare (ma ciò vale anche per il sostantivo merto) è molto diffusa nella lingua poetica fino al ‘700: sincope.

20 il
Io, pronomi personali.

21 al
Dal, a.

22 mostrasi
Si mostra, enclisi pronominale.

23 messo
Messaggero o messaggio.

24 arcano
Mistero.

25 havvi
Vi ha. Nell’italiano antico con il senso di vi è, c’è, avere, enclisi pronominale.

26 nascoso
Nascosto. Nascoso e ascoso sono allotropi letterari che si specializzano sempre più in poesia.

27 di lei
Labro di lei. Lo spostamento a sinistra del complemento di specificazione è una tipica anastrofe.

28 labro
Labbro, bocca, doppie e scempie, plurale/singolare.

29 innante
Innanzi. Al mio cospetto innante= davanti a me: innante.

30 ed ira
Se forza ed ira di destino, epifrasi.

31 Numi
Divinità.

32 lagrimar
Lacrimare, pianto. L’oscillazione lacrimare/lagrimare si è conservata fino a oggi, alternanza sorde/sonore.

33 condanna
Condannano. Il verbo al singolare dipende in realtà da due soggetti (forza di destino, ed ira di offesi Numi)zeugma.

34 deggio
Devo, dovere.

35 mestier
Necessario. Mestiere poteva avere anche i significati di compito o bisogno.

36 asconda
Nasconda. Ascondere è un allotropo più vicino al latino molto usato sia in prosa che in poesia: allotropi.

37 udia
Udiva, imperfetto indicativo.

38
Così: .

39 donzella
Ragazza, fanciulla, gallicismi/provenzalismi.

40 incontro
Di fronte. Questo uso oggi è arcaico.

41 non usato
Insolito.

42 si avanza
Avanza. Uso pronominale del verbo, pronomi riflessivi.

43 tardi
Lenti.

44 e sforzati
A passi tardi e sforzati: epifrasi.

45 sen
Se ne.

46
Giorno.

47 sii
Sia, presente congiuntivo.

48 de'
Dei, preposizioni articolate.

49 falli
Errori, colpe.

50 chiedeva
Chiedevo, imperfetto indicativo.

51 dianzi
Prima, avverbi di tempo.

52 deh
Deh.

53 tempo
Anadiplosi.

54 cangiar
Cambiare. Allotropo letterario molto diffuso sia in prosa che in poesia fino a tutto l’800.

55 indarno
Invano. Allotropo letterario molto diffuso sia in prosa che in poesia fino a tutto l’800.

56 muovi
Muovi ... parole = pronunci parole.

57 disperati
Disperate ... e disperati, anafora.

58 in un
Allo stesso tempo.

59 affissi
Fissi.

60 indarno
Il secondo indarno incornicia il discorso legandosi all’ indarno di tre versi più sopra: epanadiplosi.

61 onta
Vergogna.

62 inorridisci
Piangi, tremi, inorridisci: climax, polisindeto.

63 fia
Sarà futuro, essere.

64 *
* Parafrasi: con l’infelice fine che hai posto alle nozze volute da te stessa hai reso te e i tuoi genitori una favola sulla bocca di tutti. Il tuo crudele oltraggio ha posto fine ai giorni del misero Pereo [...]

65 favola
Riecheggia un verso di Petrarca in RVF, 1: al popol tutto/ favola fui gran tempo (si confronti qui il testo cinque).

66 tronchi
Troncato.

67 muore
Il racconto della morte di Pereo inizia al presente, con un effetto di immediatezza drammatica.

68 ei
Egli: pronomi personali.

69 null'
Nessun. Nullo poteva essere usato in funzione di aggettivo o pronome indefinito col significato di nessuno. Oggi si usa come aggettivo e significa inefficace o inesistente, indefiniti.

70 lasso
Povero me! lasso.

71 pur troppo
Purtroppo.

72 giacea
Giaceva, imperfetto indicativo.

73 inalzava
Innalzava, doppie e scempie.

74 di Mirra
Il nome di Mirra, anastrofe.

75 duolo
Dolore (soprattutto morale, sentimentale). Allotropo vitale fino all’800.

76 infelice
Infelice padre …padre ed infelice: chiasmo.

77 io
Io che son..., io solo...: io ‘l so ... Io quindi: anafora.

78 'l
lo, pronomi personali.

79 desio
Desiderio. Sicilianismo, desio.

80 aspra
Farne su noi aspra giusta vendetta, iperbato.

81 giovinetto
Oscillano le forme giovane, giovene, giovine.

82 de'
Deve, dovere.

83 cagion
Ragione, cagione.

84 danno
Dolore, guaio.

85 menom’
Minimo.

86 rotto
Incrinato dal pianto.

87 scompagna
Allontana.

88 tutto
Riprende il tutto che chiude il verso precedente, epanalessi.

89 mel
Me lo, pronomi personali.

90 nieghi
Neghi, alternanza ie/e.

91 nol
Non lo, nol/no’l.

92 omai
Ormai. Allotropo poetico attivo fino al ‘900, allotropi, avverbi di tempo.

93 puote
Può, potere.

94 fiamma
Fiamma d’amore, metafora.

95 cui
Che, cui.

96 brando
Spada. Allotropo letterario.

97 detti
Parole.

98 E
Si lega ad anco nel verso successivo: e anche se ardissi ...

99 dirmelo
Detti ... dirmi ... dirmelo: poliptoto con figura etimologica.

100 anco
Anche. Allotropo letterario attivo sia in poesia che in prosa fino all’800.

101 terria
Terrei, riterrei: condizionale.

102 spergiura
Giurarlo ... spergiura: figura etimologica.

103 l'incomparabil, vero, caldo
Climax.

104 cotanto
Così tanto, indefiniti.

105 fera
Fiera, nel senso di spaventosa, monottongazione.

106 labro
Le parole, la lingua: metonimia.

107 negheria
Negherebbe, condizionale presente.

108 aspetto
Cospetto, davanti a te.

109 ella
Uso pleonastico del pronome soggetto, pronomi personali.

110 la mi
Me la, pronomi personali.

111 veggo
Vedo, -eggio/-aggio.

112 infra
Tra, latinismiavverbi di luogo.

113 festi
Facesti. Passato remoto modellato sulla prima persona fe’, fare.

114 Amor
Personificazione.

115 puossi
Si può, enclisi pronominale. Possente … passion …puossi: allitterazione.

116 escusare
Scusare. Allotropo più vicino alla fonetica latina grafia.

117 tel
Forma sintetica apocopata del pronome combinato, pronomi personali, apocope.

118 ten
Te ne.

119 O Morte
Apostrofe.

120 acqueta
Acquieta. Acqueta ... acqueta: epanalessi.

121 contra
Contro, latinismi.

122 favelli
Parli. Il seguente Parlami è dunque un’anadiplosi, favellare.

123 per prova
Per averlo provato.

124 ed indarno
E invano: epifrasi.

125 deggio
Devo, eggio/aggio, dovere.

126 a
Verso.

127 cruda
Crudele.

128 sii
Sia, presente congiuntivo.

129 sola
Adorano te sola.

130 *
* Parafrasi: vedi che già da un padre addolorato torno supplice e piangente: tu non puoi morire senza portare anche noi alla tomba. Quale che sia colui che ami io voglio farlo tuo. Lo stolto orgoglio di re non può strapparmi dal petto il vero amore paterno.

131 di
Da.

132 trarci
Portarci alla tomba.

133 vo'
Voglio. Presente con apocope, volere.

134 puote
Può, potere.

135 ponno
Possono, potere.

136 umíle
Diastole.

137 ancor che
Ancorché, sebbene, congiunzioni.

138 al tutto
Del tutto.

139 tosto
Subito, tosto.

140 piè
Piede. Forma con apocope sillabica ancora oggi possibile in alcune espressioni idiomatiche.

141 ritragga
Ritragga il piè = mi allontani: perifrasi.

142 di'
Dici. Forma apocopata, apocope.

143 in atto di
Come.

144 iniqua
Ingiusta, latinismi.

145 *
* Parafrasi: Che dici? Se per primo il tuo stesso genitore non la condanna, non potrà essere iniqua.

146 primiero
Per primo.

147 la svela
Svelala. La è riferito alla fiamma, imperativo tragico.

148 co'
Coi, preposizioni articolate.

149 orribil
Il climax si chiude con un asindeto, climax e asindeto.

150 aggiungerassi
Si aggiungerà, enclisi pronominale.

151 lungi
Lontano, avverbi di luogo.

152 lampo
Illuminazione, intuizione: metafora.

153 accenti
Parole.

154 varrà
Servirà. C’è un effetto di consonanza con ferro e di assonanza con ratta.

155 ferro
La spada: metonimia.

156 ratta
Veloce.

157 e
E d’orror … e d’ira … e di pietade: polisindeto.

158 mi
Pronomi riflessivi.

159 moro
Muoio. La forma monottongata moro è largamente diffusa in poesia e si conserva fino all’800 nella lingua del melodramma, monottongazione.

160 ingojarmi
Ingoiarmi, j.

161 *
* Sono la madre (Cecri) e la nutrice (Euriclea) di Mirra.

162 t'inoltrar
Non inoltrarti, non avvicinarti, imperativo tragico.

163 Ti arretra
Arretrati. L’imperativo tragico riprende, con un effetto rafforzativo, la forma arretrati nella precedente battuta di Cinico.

164 priego
Prego, alternanza ie/e.

165 moriva
Morivo, imperfetto indicativo.

166 muojo
Il verso è costruito con un chiasmo. Gli aggettivi innocente e empia sono antitetici (antitesi), inoltre moriva e muojo sono un poliptoto.